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lunedì 27 ottobre 2014

Il "Castrum" di Mesagne



Scrivere questo post sul Castello Normanno-Svevo di Mesagne mi ha davvero entusiasmata .Ho potuto conoscere la storia del mio paese, del suo popolo, e specialmente del suo castello e mi ha affascinato così  tanto da  alimentare in me il desiderio di saperne ancora di più.
Ho appreso vicende storiche che io neanche immaginavo e che attraversano millenni. 


Era un sabato pomeriggio di ottobre intorno alle 17:00, e mi sono avviata all'appuntamento con la guida che mi avrebbe fatto da cicerone.
"Entrata nell’atrio del Castello, la cosiddetta “piazza d’armi”, ho sentito una strana sensazione come se stessi vivendo negli anni in cui il castello stesso aveva vita. Mi sono ritrovata ad immaginare di far parte di una scena di vita quotidiana tra dame, signori e cavalieri, all'interno delle feste rinascimentali,indossando vestiti realizzati con tessuti arricchiti da seta cinese, velluto, taffetà, stoffe tramate di metalli preziosi, bottoni incastonati di gemme,mi sono sentita immersa in quell’epoca, ho sognato".
Il Castello ha una lunghissima storia di secoli, inizialmente era denominato Castrum, utilizzato come fortezza  militare per difesa del nostro territorio che era considerato molto importante e strategico essendo situato tra i due mari,Taranto e Brindisi. Questo avveniva intorno al 1062 quando fu fatto erigere da Roberto Il Guiscardo, duca normanno di Puglia detto l’Astuto.
Il Castrum fu distrutto nel 1256  durante le lotte tra Guelfi e Ghibellini.
Fu restaurato nel corso dei secoli da Federico II Svevo, dagli Angioini,  Intorno al 1430-1440 circa fu fatto ricostruire da Orsini Del balzo principe di Taranto, come scrive lo storico Mannarino nel suo manoscritto nel 1596.intitolato “Memorie storiche su Mesagne” (conservato a Napoli presso la Biblioteca nazionale, Mss., XIV.G.18/2; il codice contiene anche una dettagliata pianta topografica)
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Pianta del Mannarino - 1596
Il principe di Taranto  fece costruire un fossato, profondo oltre due metri e largo nove, sul quale esisteva il ponte levatoio dal lato dell'attuale sala auditorium, dove un tempo era il torrione, e lungo le mura c’erano delle cannoniere. Sopra la torre quadrata del torrione fece erigere una torretta alta 10 mt , chiamata "Polledro",demolita nel 1750 a causa del danneggiamento subito per  il terremoto del 20 febbraio 1743, in cui Mesagne non fu miracolosamente distrutta come invece avvenne per altri paesi di Terra d’Otranto come Nardò.
Torra quadrata con torretta del Polledro
Il castello ai tempi del principe aveva due anime: il TORRIONE appunto in cui vi erano tutte le parti per la difesa  come CAVITOIE per la difesa piombante, FERITOIE che erano fessure fatte nelle merlature per ripararsi e sparare, le GALETTE, CAMMINAMENTO DI RONDA, TRABOCCHETTI, Era un esemplare di difesa piombante cioè dall’alto verso il basso. E si tramanda che ci fossero 60 bombarde al suo interno, scomparsi però durante il corso dei secoli.
La fortezza era stata costruita con pietra e carparo su 3 piani collegati tramite scale, e questo tipo di struttura era molto resistente anche agli eventi terribili come per es. il terremoto del 1743 (si può evincere sempre dal manoscritto del mannarino  “Memorie storiche su Mesagne” )
 
Stanza del Torrione in pietra e carparo-foto di Jovanka Ignoni
Una stanza del Torrione in pietra e carparo-foto di Jovanka Ignoni
Sotto il torrione ci sono 5 cisterne di pietra dura impermeabile, utilizzate per contenere l’olio sia per l’illuminazione che per l’alimentazione . In alcune c’era la pozzetta di decantazione, nella altre invece l’olio buono che veniva venduto. In una di queste cisterna, il cui accesso non è consentito, presenta nella pozzetta l'acqua sorgiva che esce da sotto il terreno.
L’altra parte fondamentale del Castello sono le CARCERI, che sono alla base del torrione e  della sua stessa dimensione. 
Stanza del carcere - foto di Jovanka Ignoni

stanza del carcere - foto di Jovanka Ignoni

Scala che collega carceri e torrione - foto di Jovanka Ignoni
Erano collegate da 2 scale laterali che però non sono accessibili, esiste solo 1 scala a chiocciola restaurata, anche se molto stretta e che arriva fino al primo piano del castello costruita così per essere di intralcio  all’assalitore, era  considerata un “mezzo di difesa”.
Le carceri hanno delle mure molto spesse e nascondono tanti segreti  e storie di abusi da parte dei feudatari che si sono succeduti nel corso del tempo.Un esempio che si è tramandato è ciò che Orsini del Balzo, feudatario potente e prepotente, perpretava ai danni delle famiglie ricche e famose di Mesagne di quell’epoca, facendoli imprigionare e confiscando i loro beni, come i Catiniano.
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Ingresso Castello - foto di Jovanka Ignoni
Mentre il torrione e le carceri furono costruite nel XI secolo, solo recentemente il castello è stato ampliato e fu trasformato da fortezza in residenza nobiliare  grazie alla  famiglia De Angelis, subentrata agli Albricci nel 1646,

Interno Castello P.zza d'Armi - foto di Jovanka Ignoni
Veduta Loggione - foto di Jovanka Ignoni
La progettazione fu affidata all’architetto Francesco Capodieci trasformandolo così in un palazzo maestoso,rinascimentale, costruendo tante sale, camere da letto, 1 chiesetta, cucina,e  la "gran sala" in cui erano presenti affreschi spettacolari oggi non più visibili se non in piccolissime parti
Affresco utilizzato nelle sale della dimora nobiliare - foto di Jovanka Ignoni




 
Porte decorate - foto di Jovanka Ignoni






Veduta del castello da P.zza Orsini del Balzo - foto di Jovanka Ignoni









 il 




e il loggiato dal quale si scorge un panorama da far invidia. 

Panorama dall'alto del Castello - foto di Jovanka Ignoni
Le stanze del castello erano di pietra, il pavimento lastricato o di mattoni, le coperture in quadretti d’orati e le porte erano state realizzate in finto marmo con decori ma di tutto ciò si può ammirare poco perchè a causa delle diverse ristrutturazioni, molte parti degli affreschi della dimora non esistono più modificando anche il pavimento stesso perdendo quindi tutta la sua bellezza iniziale.
Dopo i De Angelis gli altri feudatari del castello sono stati: Barretta, Imperiali, e i Granafei che hanno poi venduto il castello al Comune di Mesagne nel 1973.  Questi ultimo ha  eseguito dei lavori di ristrutturazione durati diversi anni, riportandolo alla sua luce ed eliminando tutto ciò che il castello conteneva, perché nel '900 lo stesso fu utilizzato per diversi fini, addirittura per la lavorazione del tabacco,e come cinema la sala del Torrione dove oggi c'è l'Auditorium. 
Ed infine in un'ala del piano terra del castello c’è il Museo Archeologico "Granafei", dove sono esposti bellissimi ed interessanti reperti di epoca romana, messapica,assolutamente da vedere.
Quindi venite a Mesagne e ammirate tutto ciò che riserva: il suo centro storico, una volta chiuso da una cinta muraria con 22 torrette e da due porte, la "Porta Grande" e la "Porta Piccola" che non esiste più,la  "Porta Nuova" e le sue tante chiese.
Ma vi consiglio vivamente di farvi accompagnare da una guida  perchè vi  trasmette tutta la passione, le conoscenze, i segreti e le usanze del posto.
Allora vi aspetto e vi do appuntamento al mio prossimo "racconto" sulla "città delle 50 chiese" e "dal cuore antico"  definita così per la curiosa forma di cuore del suo centro storico!

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