Scrivere questo post sul Castello Normanno-Svevo di Mesagne mi ha davvero entusiasmata .Ho potuto conoscere la
storia del mio paese, del suo popolo, e specialmente del suo castello e mi ha affascinato così tanto da alimentare in me il desiderio di saperne
ancora di più.
Ho appreso vicende storiche che io neanche
immaginavo e che attraversano millenni.
Era un sabato pomeriggio di ottobre intorno alle 17:00, e mi sono avviata all'appuntamento con la guida che mi avrebbe fatto da cicerone.
"Entrata nell’atrio del Castello, la cosiddetta “piazza d’armi”, ho sentito una strana sensazione come se stessi vivendo negli anni in cui il castello stesso aveva vita. Mi sono ritrovata ad immaginare di far parte di una scena di vita quotidiana tra dame, signori e cavalieri, all'interno delle feste rinascimentali,indossando vestiti realizzati con tessuti arricchiti da seta cinese, velluto, taffetà,
stoffe tramate di metalli preziosi, bottoni incastonati di gemme,mi sono sentita immersa in quell’epoca,
ho sognato".
Il Castello ha una lunghissima storia di
secoli, inizialmente era denominato Castrum, utilizzato come fortezza militare per difesa del nostro territorio che
era considerato molto importante e strategico essendo situato tra i due mari,Taranto
e Brindisi. Questo avveniva intorno al 1062 quando fu fatto erigere da Roberto
Il Guiscardo, duca normanno di Puglia detto l’Astuto.
Il Castrum fu distrutto nel
1256 durante le lotte tra Guelfi e
Ghibellini.
Fu restaurato nel corso dei secoli da
Federico II Svevo, dagli Angioini, Intorno al 1430-1440 circa fu fatto
ricostruire da Orsini Del balzo principe di Taranto, come scrive lo storico
Mannarino nel suo manoscritto nel 1596.intitolato “Memorie storiche su Mesagne”
(conservato a Napoli presso la Biblioteca nazionale, Mss., XIV.G.18/2; il
codice contiene anche una dettagliata pianta topografica)
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Pianta del Mannarino - 1596 |
Il principe di Taranto fece costruire un fossato, profondo oltre
due metri e largo nove, sul quale esisteva il ponte levatoio dal lato
dell'attuale sala auditorium, dove un tempo era il torrione, e lungo le mura c’erano delle cannoniere. Sopra
la torre quadrata del torrione fece erigere una torretta alta 10 mt , chiamata "Polledro",demolita
nel 1750 a causa del danneggiamento subito per il terremoto del 20 febbraio 1743, in cui
Mesagne non fu miracolosamente distrutta come invece avvenne per altri paesi di
Terra d’Otranto come Nardò.
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Torra quadrata con torretta del Polledro |
Il castello ai tempi del principe aveva due
anime: il TORRIONE appunto in cui vi erano tutte le parti per la difesa come CAVITOIE per la difesa piombante,
FERITOIE che erano fessure fatte nelle merlature per ripararsi e sparare, le
GALETTE, CAMMINAMENTO DI RONDA, TRABOCCHETTI, Era un esemplare di difesa
piombante cioè dall’alto verso il basso. E si tramanda che ci fossero 60
bombarde al suo interno, scomparsi però durante il corso dei secoli.
La
fortezza era stata costruita con pietra e carparo su 3 piani
collegati tramite scale, e questo tipo di struttura era molto resistente anche
agli eventi terribili come per es. il terremoto del 1743 (si può evincere
sempre dal manoscritto del mannarino “Memorie
storiche su Mesagne” )
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Stanza del Torrione in pietra e carparo-foto di Jovanka Ignoni |
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Una stanza del Torrione in pietra e carparo-foto di Jovanka Ignoni |
Sotto il torrione ci sono 5 cisterne di pietra
dura impermeabile, utilizzate per contenere l’olio sia per
l’illuminazione che per l’alimentazione . In alcune c’era la pozzetta di decantazione,
nella altre invece l’olio buono che veniva venduto. In una di queste cisterna, il cui
accesso non è consentito, presenta nella pozzetta l'acqua sorgiva che esce da
sotto il terreno.
L’altra parte fondamentale del Castello sono le CARCERI,
che sono alla base del torrione e della sua stessa dimensione.
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Stanza del carcere - foto di Jovanka Ignoni |
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stanza del carcere - foto di Jovanka Ignoni |
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Scala che collega carceri e torrione - foto di Jovanka Ignoni |
Erano collegate da 2 scale laterali che però non sono
accessibili, esiste solo 1 scala a chiocciola restaurata, anche se molto stretta e che arriva fino al primo piano
del castello costruita così per essere di
intralcio all’assalitore, era considerata un “mezzo
di difesa”.
Le carceri hanno
delle mure molto spesse e nascondono tanti segreti e storie di abusi da parte dei feudatari che
si sono succeduti nel corso del tempo.Un esempio che si è tramandato è ciò che Orsini del
Balzo, feudatario potente e prepotente, perpretava ai danni delle famiglie
ricche e famose di Mesagne di quell’epoca, facendoli imprigionare e confiscando i loro beni, come i Catiniano.
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Le stanze del castello erano di pietra,
il pavimento lastricato o di mattoni, le coperture in quadretti d’orati e le
porte erano state realizzate in finto marmo con decori ma di tutto ciò si può ammirare poco perchè a causa delle diverse ristrutturazioni, molte parti degli affreschi della dimora
non esistono più modificando anche il pavimento stesso perdendo quindi tutta la sua
bellezza iniziale.
Dopo i De Angelis gli altri feudatari del
castello sono stati: Barretta, Imperiali, e i Granafei che hanno poi venduto il
castello al Comune di Mesagne nel 1973. Questi ultimo ha eseguito dei lavori di ristrutturazione durati
diversi anni, riportandolo alla sua luce ed eliminando tutto ciò che il
castello conteneva, perché nel '900 lo stesso fu utilizzato per diversi fini,
addirittura per la lavorazione del tabacco,e come cinema la sala del Torrione dove oggi c'è l'Auditorium.
Ed
infine in un'ala del piano terra del castello c’è il Museo Archeologico "Granafei",
dove sono esposti bellissimi ed interessanti reperti di epoca romana, messapica,assolutamente da vedere.
Quindi venite a Mesagne e ammirate tutto ciò che riserva: il suo centro storico, una volta chiuso da una cinta muraria con 22 torrette e da due porte, la "Porta Grande" e la "Porta Piccola" che non esiste più,la "Porta Nuova" e le sue tante chiese.
Ma vi consiglio vivamente di farvi accompagnare da una guida perchè vi trasmette tutta la passione, le conoscenze, i segreti e le usanze del posto.
Allora vi aspetto e vi do appuntamento al mio prossimo "racconto" sulla "città delle 50 chiese" e "dal cuore antico" definita così per la curiosa forma di cuore del suo centro storico!
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