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Castello di Carovigno - ph Jovanka Ignoni |
Oggi voglio portarvi all'interno di una storia, che mi ha trasmesso Emozioni, Sensazioni e Meraviglia.
Karbina,
nome greco dell'attuale Carovigno, è un borgo medievale al centro
tra le Murge ed il Salento, a pochi passi dal mare. Ci sono stata diverse volte quì, ma non mi ero accorta di ciò che
nasconde il suo centro storico, una perla di bellezza e di magia; qualcosa che si intravede nascosto tra le sue antiche mura, una
ricchezza che non tutti conoscono, ma che consiglio di scoprire
tra storia e leggende.
E'
una domenica mattina di fine settembre, e partecipo ad una visita
guidata del suo Castello grazie
all'iniziativa 99Borghi di Puglia.
Non sto quì a raccontarvi la sua storia secolare dal 1100 circa in
poi (costruito inizialmente come fortezza militare) o delle sue
dominazioni (normanna, sveva ed angioina), ma vi voglio far rivivere,
grazie ad una storia d'amore, cosa il Castello di Carovigno diventerà
dopo il 1916.
Il
conte Alfredo e la contessa Elisabetta
"C'era
una volta un ragazzo che apparteneva ad una nobile famiglia di conti, era ammiraglio e politico.
Una
sera, quando tornò da uno dei suoi tanti viaggi, fu invitato al gran ballo di primavera. Si presentò alla festa solo per cortesia, e tra una
chiacchierata ed un' altra con gli altri ospiti, voltando per caso il suo sguardo, notò, seduta su un divanetto, sola, e quasi annoiata, una fanciulla.
Ad
un tratto rimase in silenzio, quasi ipnotizzato dalla sua bellezza.
In
sottofondo c'era l'orchestra che suonava "Sul bel Danublio blu" di Strauss; quella musica, che lui amava tantissimo per la sensazione di dolcezza che gli rapiva l'animo, fu l'occasione per avvicinarsi a lei e chiederle di danzare.
Lei,
dai capelli scuri raccolti da uno chignon e da un fiore, occhi scuri, sorriso dolcissimo, aveva un abito turchese, molto romantico,
sembrava quasi una fata, arricchito da applicazioni e gioielli di pietre preziose ed opali; le
maniche del suo abito erano voluminose sulle spalle e strette al
polso, con orli sulla gonna lunga a campana. Era bellissima, tutti la
ammiravano. Era considerata una donna molto intelligente, una gran
dama.
Tra una marcia di Radetzky, ed un valzer di Tchaikovsky, cominiciarono a parlare e trascorsero
così tutta la serata, senza far caso agli altri invitati. Il nome
di questa fanciulla era Elisabetta, figlia di un nobile conte
austriaco.
Nacque
tra loro subito una simpatia che si trasformò molto presto in amore e da allora non si separarano più. Si
sposarono e si trasferirono in un castello abbandonato che lui,
Alfredo, aveva avuto in regalo dalla sua famiglia. Era un bellissimo
castello, in un posto fantastico ma sconosciuto.
Elisabetta
voleva che questa loro dimora diventasse quasi fiabesca, fece
realizzare delle merlature esterne,ed aumentare il numero delle stanze; fece realizzare anche un grandissimo giardino in cui si trovavano
piante e fiori di ogni tipo:"dalla palma alla rosa, ai
rampicanti alle mimose, ai muschi, ai licheni...", e dedicò
tutta la sua vita a prendersi cura di loro, le sue giornate le
trascorreva tra le sue piante: queste,come le definisce
lei, erano il suo secondo amore. Con loro non si sentiva mai sola, anzi diventarono ispirazione per le sue poesie.
In questo castello Elisabetta ed Alfredo vissero felici e
contenti per tantissimi anni e da allora la loro nuova dimora, diventò anche punto di incontro
per tutti i popolani del paese che li veneravano per la bontà nei confronti di tutti loro."
Vedendo questo castello, non
avrei immaginato che mi sarei innamorata di questo posto.
Una volta superato il
cancello di ingresso ci si immerge nella storia di inizi
'900, infatti in questi anni il castello rinasce, dopo tanti secoli,
in quanto fu utilizzato per diversi scopi. Ritorna ad avere il
suo splendore con i Conti Dentice di Frasso divenendo residenza
nobiliare dopo le nozze avvenute nel 1905 tra il Conte Alfredo
Dentice di Frasso e la contessa austriaca Elisabetta Schlippenbach.
Da allora in poi il Castello ha una nuova vita, viene restaurato ed
ingrandito; i giardini riprendono le loro sembianze trasformandosi
una parte anche in orto botanico di fama nazionale; l'ingresso
principale del castello passa da zona abbandonata in un cortile in
cui si celebrano feste di alta risonanza con la migliore aristocrazia
italiana ed europea del periodo tra il 1916 e il 1938, anno in cui, per un
incidente stradale, muore la contessa.
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Ph Jovanka Ignoni |
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Ph Jovanka Ignoni |
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Ph Jovanka Ignoni |
Entrando nel castello ti senti catapultata in quell'epoca: in sottofondo un piano che suona, le dame di compagnia che aiutano le nobildonne, gli uomini che passano il loro tempo tra un discorso di affari ed un altro; la servitù che prepara le grandi tavole tra piatti di fine porcellana, bicchieri di cristallo, tovaglie di lino raffinato.Tutto questo lo vivi quì dentro.
Oltre al castello, Carovigno nasconde altre sorprese:
Lo
sapevate che è stata famosa per i suoi manufatti in lana
merinos nel 1930?
E che tutt'ora vengono regalati come bomboniere nuziali dei dolcetti
tipici del posto: la "pasta di zita" come augurio per un
matrimonio duraturo?
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Paste di zita - ph Jovanka Ignoni |
E che esiste il forno più antico d'Italia? E' un forno in pietra di circa 200 anni, e la pietra risale al 1400 e si trova
all'interno delle mura del castello. Entrando si sente il profumo del pane appena sfornato, o dei dolci o delle friselle. Un'estasi di gusto.
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Forno antico - ph Jovanka Ignoni |
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Pane casereccio - ph Jovanka Ignoni |
Ebbene
si, anche questo ho scoperto oggi.
E
c'è ancora tanto da esplorare in questo borgo pugliese dalle mille
risorse.
Quindi
non vi svelo altro, sta a voi venire quì per scovare altri racconti
e vicende storiche che vi stupiranno.
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